Attualità
8 Marzo 2010«Tirannide indistintamente appellar si debbe ogni qualunque governo in cui chi è preposto all’esecuzione delle leggi può farle, distruggerle, interpretarle, impedirle, sospenderle o anche soltanto eluderle con sicurezza di impunità.
E quindi o questo infrangileggi sia ereditario o elettivo, usurpatore o legittimo, uomo buono o tristo, uno o molti, ad ogni modo, chiunque ha una forza effettiva che basti a ciò fare è tiranno, ogni società che lo ammetta è tirannide, ogni popolo che lo sopporta è schiavo.»
Vittorio Alfieri, Della Tirannide (1777)
Ciò cui stiamo assistendo non è tirannide, è l’uccisione del pensiero. La televisione penetra capillarmente nelle case di tutti, assopisce la coscienza. Tra un “Gratta e vinci” e un leasing, assistiamo all’apoteosi del nulla. Non possiamo che constatare che siamo figli di Craxi e di quella “Milano da bere” che ha trasformato il nostro presente in un presente “da pere”. Allora si sono gettati i semi per quella famosa scesa in campo del 1994 che tutti ricordiamo. E ricordiamo anche la rivoluzione dei puffi, che seguì l’oscuramento temporaneo delle reti Mediaset. E credo, amaramente, che la rivoluzione dei puffi sia la sola che gli italiani sono in grado di fare. Non esiste più informazione consapevole, non esiste più informazione. Tutto questo all’insegna dell’impunità più totale, perché questo governo sa bene che l’italiano è paraculo per definizione, e che tutto ciò che chiede è di non pensare. Come dargli torto. Il dolore della consapevolezza è amaro, quando si comprenderà qualcosa sarà sempre troppo tardi. Per citare Flaiano, che Gramellini ha citato da Fazio sabato sera, “gli italiani sono fatti irrimediabilmente per la dittatura”.
Speriamo, nell’interesse di tutti, che Flaiano sia smentito.