
Il vecchio cameriere
7 Maggio 2014Musiche di valzer, mani nelle mani
E sigarette accese, nuvole di fumo attorno a sedie e tavolini
Bottiglie in fila come soldati
O come bambini
E il vecchio cameriere che non ha mai il tempo di guardare bene ciò che già sa a memoria
Di masticare sempre le stesse scene, bocconi di storie che nascono e muoiono qui
Ne ha viste donne sole, belle o appena sfiorite, segnate da macchie di rimmel colato insieme alle lacrime
E uomini in cerca di un niente, un motivo, di qualche avventura, soltanto una scusa per dire a se stessi
Io sono vivo
E ha preparato per loro, ha organizzato per anni
Meticoloso ha curato tutti i loro bisogni
Ha aspettato nell’angolo un cenno, un richiamo
Spettatore lontano
E ha imparato a chiamare amore anche il tradimento, perché ha visto nelle camere incontri di un momento lasciar tracce su lenzuola di lino
E una mancia sul comodino
E ha nella mente, nascosta, sempre quell’immagine buffa di una donna che lo aspetta con in testa i bigodini
E due figli sposati che si ostina chiamare “i miei bambini”
I miei bambini…
E quando torna a casa è sempre notte fonda
La chiave nella toppa, un cigolìo di porta e una stanza nel silenzio di sua moglie addormentata
E ha come l’impressione di non averla mai svegliata
Soltanto un’impressione, un futile motivo
Per dire a se stesso
Io sono vivo
Io sono vivo
Io sono vivo
©Thomas Pistoia
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