
Lo chiamero’ Aylan
4 Settembre 2015Lo chiamerò Aylan
questo vento freddo che viene da lontano e ci attraversa il cuore
Lo lascerò passare come passano le parole
inutilmente, in fila su uno schermo
senza rumore
Lo chiamerò Aylan
questo treno che viaggia verso il nord e si ferma chissà dove
E quanti, che lo aspettano e dormono in stazione
sulle panchine, oppure per terra…
Quant’è difficile sognare dall’asfalto!
Lo chiamerò Aylan
questo cane che annusa il cielo da uno scoglio e ulula il suo nome in faccia al mare
E non ci credi che un essere così piccolo abbia dentro, tanto, il coraggio di abbaiare a queste onde!
Infatti, ecco che all’improvviso tace e con la coda tra le gambe si nasconde
Poi.. poi scompare
E chiamerò Aylan questo liquore scuro, che mi annebbia gli occhi e il passo
e mi trascina rasente il muro
Chiamerò Aylan la notte delle stelle assenti
sottovoce, reciterò costellazioni dentro al buio
Là, nel punto esatto in cui è più basso il cielo, porterò dentro gli occhi l’urlo
di un sonno silenzioso e fermo, teso, nel vuoto, come un telo
Chiamerò Aylan una canzone nuova, che venga musica a farsi beffe del dolore
o a far più dolce il sogno
in questo tenue e disperato respirare
Chiamerò Aylan il mondo
questa palla fatta di letame e amore, sospesa nello spazio
che si balocca con le sue guerre e i suoi auguri di buon natale
con le sue facce sporche, in fila, come grani di un rosario
in un eterno e insulso viaggio da scontare
Prima che se ne perda la memoria…
Chiamerò Aylan questo riposo
Sembra dormire
su un materasso di sabbia bagnata
in un lenzuolo di stanca risacca che, senza fine
lo copre e lo scopre, lo copre e lo scopre…
come carezza
Come carezza fatta piano da un’unica mano di uomo
La mano di tutti
…che ora chiede perdono
©Thomas Pistoia
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