L’ultimo Haka

1 Settembre 2012 0 Di thomas

– Nonno, nonno, ci racconti una storia ?

I tre bambini, a scalino, si siedono attorno alla grossa poltrona e restano lì, a testa alta, a guardare il vecchio. Sembrano aquilotti che aspettano mamma rapace che li imbocchi.
Il nonno è stanco. L’hanno disturbato proprio mentre era perso nei suoi ricordi. Non vuole smettere di pensare al suo passato, allora svicola, sbuffa, rallenta l’anima, la ferma lì, proprio sul confine.
Comincia a raccontare – ma stavolta è una storia vera – avverte.

C’era una volta in un tempo che non so, una donna scura dai pensieri colorati, che non sorrideva mai.
Non sorrideva perchè aveva sempre tanti e tanti pensieri colorati, la sua testa era piena di idee che le arrivavano addosso continuamente e lei doveva inseguirle, prenderle, farle sue e realizzarle.
Per questo non sorrideva mai. Non aveva tempo.
Un giorno io e la donna scura dai pensieri colorati eravamo in un bar di Narni.
Lei mi disse:- Ho un’idea.
Ma va ! – pensai io.
– Hai presente Makkox ? Zero Calcare ? Mi servi per fare un fumetto sul web.
Immaginai un’ambulanza della croce verde fermarsi proprio davanti al bar. Vidi gli spettri di due infermieri robusti che entravano portandosi dietro una camicia di forza.
Ma non accadde nulla. Forse le offrii una coca-cola.
Circa un mese dopo ero sull’autostrada del sole, in un’area di servizio. Pisciavo il cane tipo dalle parti di Cassino.
La donna scura dai pensieri colorati mi telefonò e mi disse: – ti mando un avviso da mettere sul mio sito.
– Ok.
Giunto a destinazione eseguii l’ordine e, nel farlo, lessi l’avviso.
Diceva una cosa tipo “Donna scura dai pensieri colorati di mezza età cerca disegnatori aitanti non sculati e disegnatrici dal sedere sodo che lavorino gratis a un importante progetto sul web”.
Immaginai una stanza imbottita, priva di mobili e oggetti che potessero diventare armi contundenti. Vidi il baluginare di cariche di elettroshock…
– Ma che caz… – pensai.
Si candidarono in molti, mentre nel regno della realtà tutti insorgevano. Ma come ? Scandalo ! Lavorare gratis ! La qualità, la dignità, la professionalità, trallalerotrallallà…
La donna scura dai pensieri colorati selezionò alcuni dei candidati. Scelse uomini brutti e ragazze bellissime. Li portò tutti a mangiare la pizza. Poi si fece riprendere sotto un viale di platani mentre parlava della sua idea con loro.
Sembrava che ci fossero tante persone. Invece erano sempre loro, che si facevano domande e si davano risposte. Da soli.

– Ma, nonno, ci stai prendendo in giro ?
– Zitto e ascolta, se non vuoi un colpo di mazza da baseball sul ginocchio !
Dicevo…
Costruii un sito bellissimo con una fetta di pizza e una bolletta della luce al centro…
– Una fetta di pizza ?
– Una bolletta della luce ?
– Mah, non so, c’era un architetto, disse di fare così per accentuare il verticalismo delle proporzioni e dare un’idea di tardo gotico… Va beh, comunque i disegnatori cominciarono a disegnare, mentre la donna scura dai pensieri colorati si mise a scrivere la storia di Martina.
– E chi era Martina, nonno ? – chiede la più piccina.
– ‘Nascioperata peggio che voi… Una che un padre pirla le dava ventimila euro…
– Ventimila che ?
– Euro. Era la moneta che si usava quand’ero giovane, prima della terza guerra mondiale.
Ma non è la storia di Martina quella che vi sto raccontando. Io voglio raccontarvi di questo gruppo di giovani e meno giovani che cominciarono a lavorare insieme, mentre tutti gli ridevano addosso.
Si radunavano quasi ogni sera sul web e parlavano, discutevano, progettavano, si spogliavano…
– Si spogliavano ?
– Ehm… va beh, non divaghiamo. Loro… Loro, accidenti, col tempo, divennero come… come una famiglia… Cioè… come spiegarvi… impararono a conoscersi, a stimarsi, a volersi bene.
La donna scura dai pensieri colorati aveva fatto un miracolo. E il miracolo non era il fumetto. La storia di Martina arrivò quasi al punto di essere trasportata su carta e, se non fosse scoppiata la guerra, sicuramente sarebbe finita in edicola. Ma non fu questo, no.
Fu che queste persone, lontane geograficamente, diverse tra loro, che si erano viste solo due volte… Si volevano bene, capite ? E scherzavano, a volte si consolavano, si… si aiutavano!
E io, io pensavo… ma come può essere ? Perché ? Cosa succede quando queste persone si incontrano ?
E ora… Ora, poco prima che voi veniste a rompermi i coglioni stavo pensando a quei giorni, pensavo a loro. E ho capito, ho finalmente trovato la risposta. Ora lo so come avvenne quel miracolo…
– Come, nonno ? Come ?
– Vedete… La donna scura dai pensieri colorati aveva messo insieme un gruppo di persone che avevano tutte un dono, avevano dentro una cosa.
– Una… cosa… ?
– Sì, erano tutte possedute da un demone benefico, una malattia che guarisce da ogni male. Si chiama… Fantasia.
Sapete cos’è la fantasia ? E il potere di creare mondi con una penna o una matita in mano.
E chi ha quel potere, non ce la fa, deve creare, deve scrivere, disegnare… E’ più forte della fame e della sete… E’ una febbre che divora i sensi, una passione senza fine. Finisce solo con la morte.
Fu quel loro straordinario potere a compiere il miracolo. Si riconobbero, semplicemente. Scoprirono di avere lo stesso male dentro, capirono che stavano facendo tutti lo stesso sogno.
Il nonno tace. I bimbi si accorgono che una mano trema, l’altra stringe amaramente la mazza da baseball. E si volta, finge di perdere il suo sguardo oltre la finestra. Però là fuori c’è soltanto il buio.

– Dove sono ora quelle persone, nonno ? Le hai più riviste ? Hai più rivisto la donna scura dai pensieri colorati ?
Il nonno china il capo.
– No. C’è stata la guerra e… sono passati tanti anni… anche se a volte penso…
– Cosa pensi, nonno ? – chiedono in coro i tre bambini.
– Sogno… Sogno che la donna scura dai pensieri colorati è ancora là fuori da qualche parte… E che ci sono altri Nunziati, Stanich, Stella… Altri Detullio, Ramacci, Ferraris…
I bambini ridono.
– Nonno, sembri un telecronista che dice la formazione !
Il nonno sorride.
– No, bambini miei, avete ragione. Non voglio sembrare un telecronista. Voglio essere un poeta che recita una poesia… Davvero… Ascoltate questi versi…

Nunziati Stanich Stella
Detullio Ramacci Ferraris
Airaghi Celestini Zambon
Lucchi Trono Lingua Poli
Ele Robbertopoli Dea Nanni
Mello Pilliu Delpennino
Da Sacco Bussola Francini…

Barbato…

– Hai ragione, nonno, ora sembra proprio una poesia !

Vanno via, è ora di dormire.
Il nonno li sente parlottare nell’altra stanza.

– Io da grande voglio disegnare le storie !
– Io invece le colorerò !

E tu ? Chiedono alla piccolina.

– Io da grande voglio fare i miracoli. Sì. Come la donna scura dai pensieri colorati.

Il nonno sorride.

Haka, bimbi miei.

Haka.

©Thomas Pistoia

Questo pezzo è dedicato a Paola Barbato e a tutto lo staff del fumetto Davvero.

Il disegno in alto è di Nicola Rubin.

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