Pozzanghere

12 Dicembre 2009 0 Di thomas

Piove.

Il fiume è una lunga striscia scura, una lingua malata di fegato che si infila pornografica tra i ponti che uniscono i due lati opposti della città.

Un taxi, un’anziana donna con l’ombrello a fiori e una valigia subito inghiottita dal bagagliaio.

Pozzanghere.

Teatro Nazionale di corso Modena, ore ventuno: concerto di musica da camera del Maestro Ugo La Porta; sonate per violino di Niccolò paganini. Ingresso quarantotto euro.

Adagio.

Uno dei vezzi femminili più incuranti del tempo che passa è certamente agitare secondo uno studiato moto sussultorio i ventagli arabescati in stile solo vagamente orientale.

Soffitti a volta gotica suscitano riflessioni sul verticalismo dello spazio.

Su una delle pareti laterali della sala, riproduzione di un affresco probabilmente ottocentesco. Si può dedurre che raffiguri un epico scontro tra francesi e prussiani in una località qualsiasi del centro Europa.

Guardare nel vuoto è una delle attività preferite del cultore di musica classica.

Allegretto.

Atmosfera da agglomerato urbano cinese; formicolano biciclette e piccoli uomini epatici. Breve sensazione di stimolo dell’apparato urinario.

Pensare parole volgari durante l’esecuzione di una sonata in sol maggiore è uno dei piaceri più segreti di un cultore di musica classica.

Porca troia. Vaffanculo. Pezzo di merda.

Pirla.

Allegretto moderato.

Il trucco pesante di un’anziana intellettuale in cappotto roseo, seduta in galleria, disturba eccessivamente l’ascolto.

Trionfali le cadute di stile che si possono verificare nei teatri; odiose le unghie lunghe laccate, così come i nei troppo vicini alle labbra e i lanci in caduta libera di doppi menti paracadutistici.

Allegro con brio.

Capricciosa ed estenuante l’esecuzione narcisistica di un rondò di note appena definite, che sembrano spettinare la rada capigliatura del Maestro La Porta.

Ora la melodia si mescola ai succhi gastrici e i cinesi diventano argenteria nuziale, elementari nozioni d’insiemistica, zigomi di cavallo albino, volteggio elegante di un ape tra i fiori…

Cartoni animati.

Uno dei privilegi più ambiti dal cultore di musica classica è tossicchiare dignitosamente al termine di ogni esecuzione, nonché regolare, di quando in quando, l’inclinazione del nodo della cravatta… o del papillon.

Adagio.

Applauso.

Piove.

Il fiume è un massaggio silenzioso sui dorsali della città ancora viva, ancora sveglia.

Fari d’auto scorrono sui ponti.

Il cielo è un pezzo di vetro affumicato.

Gocce d’acqua scendono giù, una alla volta, dal dito puntuto di un Garibaldi a cavallo, che trasuda al centro di una piazza.

Uno dei rumori più piacevoli per il cultore di musica classica è lo sciacquettìo che fanno i mocassini attraversando le pozzanghere.

Paganini è sempre Paganini.

Aspetta, cara, ti apro la portiera.

 

©Thomas Pistoia

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