Y.K.C.I.R.
6 Ottobre 2009Solitudine.
Una mano gelida che gli accarezzava l’anima, impugnando l’ago sottile dei ricordi.
E le domande che gli martellavano nella mente: dove mi trovo? Perché mi hanno portato qui? Dov’è Lisa?
Stava vagando da ore. Il lungo serpente d’asfalto che attraversava la vallata era piatto, immobile, sempre uguale. Lungo i suoi fianchi si estendeva, triste e monotona, l’arida prateria autostradale, priva di alberi, cosparsa di rovi, strangolata da un vento afoso che spandeva senza sosta nell’aria l’odore amaro della terra bruciata dal sole.
Più della fame e della sete, più della stanchezza e dell’incapacità di comprendere come tutto potesse essere accaduto, ciò che davvero lo tormentava era proprio quella sensazione di piccolezza, di impotenza, il sentirsi la minuscola particella di quel luogo così vasto ed ignoto, il rendersi conto di una verità che era inutile nascondere a se stesso: si era perso.
Non conosceva quei luoghi, non aveva la minima idea di come tornare a casa, sapeva soltanto che, se non fosse riuscito a ritrovare la strada, Lisa sarebbe rimasta sola per sempre.
Cercò di spiegarsi per quale motivo lo avessero voluto ingannare; non aveva fatto mai del male a nessuno, si era sempre comportato bene sia verso Lisa – che lui amava alla follia – sia verso le persone a lei care.
Perché allora portarlo laggiù? Perché allontanarsi senza di lui?
Li aveva rincorsi, chiamandoli a lungo, ma sembrava non lo udissero più, come se si fossero all’improvviso dimenticati di lui, della sua esistenza.
E adesso era lì, smarrito, solo, senza nemmeno una vaga idea di dove si trovasse; era lì che camminava come un automa, meccanicamente, arrancando sull’asfalto incandescente, alla ricerca di qualcuno o qualcosa che potesse aiutarlo a tornare dalla sua Lisa.
Nessuno.
Non si vedeva anima viva e le auto che spesso gli passavano accanto andavano troppo veloci per accorgersi di lui.
Non aveva altra scelta, doveva continuare a camminare sperando nella fortuna; fermarsi avrebbe significato crepare soffocato dal caldo e dall’arsura ad un lato della strada.
Lisa! Dov’era Lisa? Perché non veniva a cercarlo? Forse era in pericolo e lui, da così lontano, non avrebbe potuto aiutarla.
Il pensiero di lei da sola, alla mercè di ogni possibile insidia, lo spingeva a procedere più velocemente, ma i muscoli, dopo tante ore di cammino sotto il sole, cominciavano a fargli male; come se non bastasse, il demone che lo inseguiva dalla mattina non accennava a lasciarlo in pace.
La Solitudine gli camminava accanto, accarezzandolo continuamente con il suo ago crudele, rendendo il dolore dell’anima più insopportabile di quello del corpo. Per quanti sforzi facesse, non riusciva a liberarsi di lei; come avrebbe potuto d’altronde non sentirsi solo, ora che stava rischiando di perdere la sua bambina per sempre?
E la Solitudine, beffarda, crudele, affamata, si nutriva dei suoi ricordi: le immagini gli scorrevano nella mente come una vecchia pellicola attorno alla bobina, facendogli rivivere momenti felici che forse non sarebbero tornati mai più.
Eccolo mentre gioca a palla con Lisa, mentre corrono insieme nel giardino della loro casa e saltano, scherzano…
Ma… Mio Dio! Lisa è inciampata ed è finita lunga e distesa per terra, speriamo non si sia fatta male! Ma no, no, sta già sorridendo e si è aggrappata con le braccine al suo collo, per risollevarsi!
Meno male, gli aveva fatto prendere una prendere una paura!
Ora però basta giocare; all’improvviso è diventato tutto buio (come nella realtà. Ma da quante ore stava camminando?), è il momento di andare a nanna. Com’è bello dormire accanto a Lisa e sentire il suo respiro tranquillo dare ritmo al silenzio della notte!
No, non poteva perdere la sua piccola amica, l’unica felicità, la sua sola ragione di vita! E più ci pensava, più il suo corpo massacrato dall’estenuante fatica del cammino produceva energia; sì, l’avrebbe ritrovata ad ogni costo!
Sto arrivando, Lisa. Resisti, non aver paura, sono qui!
Ma cos’è questo
BAGLIORE
BAGLIORE
BAGLIORE
Una fitta atroce gli attraversò velocissima tutto il corpo. Un fulmine.
-Lisa–
Poi la sensazione di volare e la pesante ricaduta sull’asfalto.
-Lisa-
Neanche il tempo di urlare.
-Dolore-
Un velo di buio sugli occhi, poche manciate di secondi gli sembrarono un’eternità, poi… Come un senso di stanchezza, niente più dolore, niente più solitudine, di reale soltanto la certezza che Lisa sarebbe davvero rimasta sola per sempre.
Fu come se si addormentasse: gli occhi si chiusero lentamente e d’incanto Ricky non c’era più…
Non fece nemmeno in tempo ad udire il breve dialogo tra la donna allarmata e i’uomo, sceso dall’auto per controllare che il paraurti non fosse ammaccato:
– Dio mio, cos’è stato?
– Ma niente! Ho solo investito uno stupidissimo cane!
©Thomas Pistoia
N.B. Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.
Emma era tristissima:
lui l’aveva lasciata. Il suo protettore amante e innamorato l’aveva lasciata.
Era andato a vivere con una sgualdrina di sua collega…
Non l’avrebbe mai creduto che sarebbe successo così.
In un mese i due si erano visti due tre volte sul luogo degli incontri e sotto al suo naso e si erano innamorati, veramente, e così lui era andato a vivere con quella.
Emma era rimasta solissima e indifesa.
Aveva litigato con il protettore di prima ma voleva fare la pace.
Aveva un amico di sempre ma non lo voleva più vicino a lei fisicamente.
Emma aveva capito che anche questo era un piano di quel suo amico e amante.
Ma non capiva perchè nel piano lui si era innamorato o no!
Sembrava di si.
Forse lo stavano cercando e lui doveva fingere di avere una relazione con una donna qualsiasi, non con lei, EMMA.
Forse. Ma Emma era rimasta offesa del fatto di non aver saputo veramente le cose come stavano prima e che lui non le avesse detto nulla nemmeno fatto pensare lontamente che doveva andare a finire così.
Emma era intelligente e si chiedeva perchè anche se per amore, dovesse soffrire così tanto. Soffrire e far venire al posto suo un’altra donna. E tutto forse solo per finta.
Lui, lo sapeva bene come Emma la pensava, la conosceva, Lei non avrebbe mai chiesto nulla di più di ciò che aveva. E allora perchè cambiare d’improvviso modo di fare? Perchè dire tutte quelle bugie?
Perchè? Forse l’unico motivo era che era spiato per lavoro. E che si doveva comportare così per forza di cose.
Emma era tristissima perchè i suoi ideali e pensieri di sempre erano stati maltrattati e buttati per terra per finire schiacciati come panni sporchi sotto piedi di persone poco per bene.
O per lo meno di persone non all’altezza di lei.
Lei era veramente distrutta. Mancava ancora del tempo perchè potesse incontrare anche se in fra la gente e davanti ad altri il suo lui. QUello che ancora pensava fosse il suo lui.
I suoi pensieri e i suoi sogni riprendevano a circolare:
forse l’avrebbe incontrato dopo aver ricevuto un altro bigliettino con l’appuntamento e avrebbero ballato insieme guardandosi negli occhi e coprendosi il volto con il ventaglio.
L’unica speranza era che Lui continuasse a seguire i suoi movimenti, così solo così Emma avrebbe chiarito ogni cosa di ciò che stava succedendo.
Emma sperava e in cuor suo aveva una grande fede che tutto si sarebbe risolto.
Lalla
I suq: i colori, i sapori e gli odori della storia.
Il Gusto del Trekking
dolcetti e scherzetti camminando in città
” Il gusto del Trekking: dolcetti e scherzetti camminando in città” è il titolo che quest’anno contraddistingue la sesta giornata nazionale del Trekking Urbano” , un’iniziativa promossa dal Comune di Siena per valorizzare i monumenti meno conosciuti di tutta Italia. L’ assessorato comunale al turismo di Palermo aderisce il 31 ottobre 2009, per il secondo anno consecutivo a questo evento e con un proprio percorso dal titolo : ” I suq: i colori, i sapori della storia” che è anche anche un Viaggio nel gusto alla scoperta dell’evoluzione gastronomica palermitana.
Il percorso prevede soprattutto la valorizzazione della Vucciria raccontata attraverso il linguaggio dell’arte. Il momento culturale, sarà costituito infatti dalla proiezione di sei video relativi a Palermo e ai vicoli della Vucciria proiettati dalla terrazza dell’ artista Momò Calascibetta a Piazza Caracciolo verso il Palazzo della Ragioneria.
Palermo punta sul suo mercato più prestigioso, la Vucciria, mettendone in evidenza i tratti migliori della propria quotidianità: dalla vendita dei prodotti tipici alla gestualità del “putearo” con le sue strategie di vendita. Trovano spazio in questo quadro reale gli abitanti, i cui tratti somatici richiamano culture diverse tenute insieme dal valore più alto che la cultura siciliana esprime nei confronti dello straniero: lo spirito di accoglienza. Le partenze inizieranno alle ore 18 da Piazza Kalsa per concludersi alle 24 nel cuore della Vucciria. Ogni 15 minuti guide turistiche condurranno gruppi di 35 turisti, che a piedi visiteranno alcuni monumenti e piazze con lo scopo di spiegare l’evoluzione della tradizione gastonomica palermitana.
Da San Mattia ai Crociferi si procederà per via Alloro con la Chiesa di S. Maria della Gancia quindi per via del IV Aprile tappa al Museo Enodel Vino per conoscere le più prestigiose etichette della nostra produzione vitivinicola.. Si giungerà quindi a Piazza Marina dove ha sede il Palazzo Steri, luogo storico dell’ Inquisizione dove sarà possibile vedere il quadro di Guttuso “La Vucciria”; successivamente per via Merlo per visitare le famose cucine dei cuochi Monsù a Palazzo Mirto. Da Piazza S. Francesco dove c’è l’Antica Focacceria, sino al mercato dei Lattarini ed a Piazza Garraffello con il genio di Palermo per concludere a Piazza Caracciolo nel cuore della Vucciria, ormai mercato “dimenticato”, da sempre tripudio di odori, sapori e colori , dove sarà possibile gustare il popolare “cibo di strada ” e rivivere la sua popolarità e le sue tradizioni. Per l’occasione saranno allestite le bancarelle di Claudio ” U Purparu ” , quella del pane ca meusa di Rocky Basile per finire con quella degli antipasti tipici e le panelle di Zia Pina. Un carretto siciliano conterrà dolci tipici del periodo della festa dei defunti: martorana ed altre leccornie.
– UN TAXI ALLA VUCCIRIA e IN- FAME a cura di Momò Calascibetta
Momò Calascibetta per la prima volta nel suo processo creativo, ferma l’ attenzione ai bambini assenti, sperduti e soli, i bambini di strada, esempio di infanzia negata; Le opere scelte sono quelle dei bambini rappresentati insieme alle inquietanti macchine americane degli anni 50, quelle che circolano tutt’oggi a Cuba; nel video le sue immagini si mescolano con le realizzazioni fotografiche di Luca Cassarà che le colloca in un contesto reale , quello del quartiere della Vucciria di Palermo.
Nel secondo video Momò utilizza le immagini pittoriche dei suoi“ bambini sulle strade del mondo” che, perduto il modello di riferimento familiare , riflettono senza mediazione le perversioni dell’attuale sistema della società moderna e il semplice, definitivo ed incosciente atto d’accusa contro “l’homo economicus”, rivelatosi produttore di follia, esclusione, miseria, fame e ingiustizia.
Il cibo è l’elemento conduttore del video sia nel bene che nel male; l’eccesso del cibo è abbinato al concetto di fame, accanto alla voracità delle immagini grottesche quella di un bambino alle prese con l’alimento primordiale che è il “pane”.
-NON E’ ARTE a cura di Luca Cassarà
Non è arte è una serie fotografica che nasce dalla frase scritta da un anonimo sulla porta murata di uno dei tanti palazzi nobiliari ormai in totale stato di abbandono. “Amatevi”, Memoria”, “Altrove,” sono alcuni dei nomi delle fotografie che scandite da una musica lenta, scorrono agli occhi dello spettatore accompagnandolo in un intenso viaggio. Un viaggio meditativo tra immagini parole, concetti, che racconta-no i luoghi di una Palermo degradata che affronta con maestosità e dignità il trascorrere del tempo.
-LA VUCCIRIA DI GUTTUSO a cura di Giuliano Bastiani
Un percorso dentro l’opera “la Vucciria” di Guttuso per risaltare i colori e le atmosfere del mercato storico più famoso della città sopraffatto ormai da un recupero edilizio che ne determinerà la sua scomparsa.
-BALARM e TRE MINUTI a cura di Angelo Trapani
Balarm è l’antico nome di Palermo. Questo video non ha la pretesa di raccontare Palermo ai suoi palermitani. E’ solo una sequenza di scatti fotografici che interpretano la voce della città che si ribella ai suoi cittadini, gridando alla voce del riscatto. Tre minuti di un piccolo spaccato di realtà complessa, attraverso una passeggiata per i vicoli del centro sino al mare. Tracce di Palermo e dei suoi abitanti che spesso sfugge alla logica comune ma testimonianza di un passato di fasti.